Orgoglio e pregiudizio

Publié le samedi, 25 septembre 2010 à 14h28

Gli italiani sono tutti melomani

Par Elisa Torretta

italiano all'OperaOpera: parola conosciuta universalmente come sinonimo di musica grandiosa, tragedie, amori impossibili, cori di 200 persone, costumi sfarzosi. Un genere musicale antico, ma che ha sempre folle di estimatori e che continua ad affascinare anche le nuove generazioni.

Il termine “opera” indica, in Italia come nel resto del mondo, sia la composizione musicale, sia l’edificio costruito per la sua rappresentazione.
Ma nella nostra lingua, “opera” ha un significato molto più ampio: designa una generica creazione dell’ingegno umano. Per esempio sono opere un quadro, una scultura o un libro.

Basta pensare alla parola “operazione”, che può significare un’azione in generale o un intervento chirurgico.
Quindi, se vogliamo essere precisi, quando parliamo del Rigoletto o di Madama Butterfly si dovrebbe precisare “opera lirica”. Ma la forza della musica è così grande che il bel canto è diventato l’opera per eccellenza. Siccome l’opera è nata in Italia, ovviamente è cantata in italiano. Forse è per questo che gli stranieri trovano la nostra lingua tanto musicale? Mistero. Però è sicuro che cercare di imparare l’italiano ascoltando la Norma può essere un’impresa rischiosa.

Il lessico utilizzato è così poetico e antiquato che a volte anche noi abbiamo difficoltà a capire e abbiamo bisogno di una traduzione in un linguaggio più comune. Inoltre, le parole devono seguire la durata delle battute musicali e il ritmo. Di conseguenza la sintassi è del tutto innaturale.
Per esempio, la celebre aria della Traviata “Libiamo” dice:

Libiam libiamo, ne' lieti calici,
che la belleza infiora;
e la fuggevol fuggevol'ora
s'inebrii a voluttà.

È chiaro che nessuno parla in questo modo. Se poi analizziamo il significato, possiamo pensare che Alfredo (il personaggio che canta queste frasi) abbia già bevuto molti bicchieri.

Forse potremmo riscrivere il testo così:

Brindiamo nei bicchieri felici (???),
che la bellezza decora con fiori,
e riempiamo di piacere
il tempo che fugge.

Il linguaggio è più moderno, ma il contenuto resta sempre molto improbabile.
Nella vita di tutti i giorni un italiano direbbe in realtà:

Allora gente, prendete i bicchieri e alla salute.

ma non fa lo stesso effetto…

Il lessico non è la sola difficoltà. Durante l’esecuzione, i cantanti deformano talmente i suoni in funzione della musica, che spesso le parole diventano assolutamente incomprensibili. Il fatto di essere madrelingua italiani non aiuta molto: in genere è necessario leggere il libretto per capire qualcosa. Le parole sono al servizio della musica e non il contrario. Ma forse questo è uno dei motivi che rende l’opera un genere musicale universale e non solamente italiano.

Per quanto riguarda la convinzione che tutti gli italiani amino l’opera e che molti conoscano a memoria intere produzioni, posso testimoniare che è un’enorme falsità. In Italia non esiste una particolare educazione che ci spinge ad amare la lirica più della coltivazione della patata. Al contrario, la mia impressione è che non mettiamo giustamente in valore il nostro patrimonio musicale.
I melomani in genere provengono da famiglie dove si tramanda questa passione di generazione in generazione. Chi non è iniziato da giovane, difficilmente diventa poi un estimatore di questi incomprensibili gorgheggi.
Mi piacerebbe un’Italia dove tutti cantano per la strada “Casta Diva”, ma purtroppo non è così. Mia nonna mi racconta che quando lei era giovane le cose non erano troppo lontane da questa immagine: la gente conosceva le arie delle opere più famose e non pochi sapevano cantarle.
Oggi la maggior parte delle persone conosce appena le musichette della pubblicità e ha una cultura musicale piuttosto limitata. È quasi incredibile, se pensiamo che la maggior parte dei termini usati in musica sono in lingua italiana!
E le istituzioni non aiutano come dovrebbero: da anni, al posto di promuovere e valorizzare questo nostro immenso bene artistico, continuano a ridurre le sovvenzioni al teatro.
Per il momento, le famiglie italiane preferiscono passare il tempo davanti alla TV, piuttosto che ad ascoltare l’Aida, e non vedo possibilità di invertire la tendenza.

Folla: grande numero di persone in uno stesso luogo.
Quadro: dipinto su tela o altra superficie.
Brindare: portare in alto i bicchieri e bere insieme ai presenti per celebrare un’occasione speciale.
Libretto: testo di un’opera
Spingere: esercitare una pressione su qualcuno o su qualcosa.
Gorgheggio: rapido e agile passaggio di voce di un cantante da un suono a un altro.