Orgoglio e pregiudizio

Publié le lundi, 2 mai 2011 à 09h55

Gli italiani bevono molto caffè

Par Elisa Torretta

caffè italianoFinalmente un luogo comune vero. Gli italiani adorano il caffè e lo bevono in grande quantità, nei bar come a casa.
Per molti, la giornata non può cominciare senza una o più tazzine di caffè (attenzione, il caffè non si beve in una tazza, ma in una “tazzina”, chiamata così proprio perché è di piccole dimensioni).
La mattina, tutta la penisola italiana emana aroma di caffè e risuona di cucchiaini che girano lo zucchero.
La popolazione si divide fra chi ama bere il caffè mattutino in casa, secondo un rito complicato che può cambiare secondo le famiglie e che è tramandato di generazione in generazione, e chi preferisce fare colazione al bar.

Per preparare il caffè casalingo è indispensabile avere una macchinetta da caffè, detta “moka”. La moka, strumento onnipresente in tutte le cucine italiane, come il forno e il frigorifero, permette di ottenere una bevanda decisa e robusta, ma un po’ più leggera dell’espresso del bar.
Sono sempre stupita quando scopro che ci sono persone, fuori dall’Italia, che non sanno usare una moka!
Quindi, ora cercherò di colmare questa gravissima ignoranza.
La macchinetta è composta da tre elementi: una caldaia inferiore, un filtro centrale e una parte superiore dotata di manico e beccuccio per versare.
Prima di tutto, si mette l’acqua nella caldaia fino all’altezza della valvola. Poi si riempie il filtro con la polvere di caffè. Qui cominciano le diatribe. Alcuni dicono che bisogna premere la polvere, altri dicono che al contrario si deve fare una piccola montagna. Dopo avere deciso a che corrente di pensiero si vuole appartenere, si avvita la parte superiore sul filtro.
Infine, si mette la macchinetta sul fuoco. Quando l’acqua nella caldaia comincia a bollire, risale attraverso il filtro ed esce da un canale posto all’interno dell’elemento superiore.
Esistono discussioni anche sull’intensità del fuoco, ma sono quasi tutti d’accordo nel sostenere che bisogna abbassare la fiamma quando il caffè comincia ad uscire. A questo punto, i maniaci perfezionisti sollevano il coperchio, perché il vapore può ricadere sotto forma di acqua nel caffè appena uscito e allungare il suo sapore intenso.
Quando non c’è più acqua nella caldaia, la moka emette questo rumore caratteristico: krkrkrk.
Significa che possiamo togliere la moka dal fuoco. I maniaci perfezionisti girano il caffè prima di versarlo nelle tazzine, perché il primo caffè che esce è il più forte e resta sul fondo del recipiente.
Questa tazzina così preparata rappresenta un vero conforto. Accompagna sia i momenti di intimità con noi stessi, sia i momenti di ritrovo e condivisione con amici e familiari.

La preparazione con la moka non è così lunga come può sembrare, ma richiede comunque un po’ di tempo e di abilità. Per questo motivo, gli impazienti e gli iperattivi consumano il loro primo caffè al bar. Qui il rituale segue altre regole. Non si siede quasi mai ai tavoli, ma si resta in piedi al bancone, stretti l’uno all’altro. Si ordina un espresso - normale o macchiato (con un po’ di latte), ristretto o lungo – e si osserva il viavai di gente, si ascoltano i discorsi fra il barista e i clienti, si prende una pasta dalle vetrinette vicino alla cassa. Immerso nella confusione, nelle fragranze di caffè e latte e nel movimento continuo, ogni presente partecipa alla creazione di un’atmosfera speciale, o più semplicemente, umana.
Un bar italiano fra le 7.00 e le 9.00 di mattina merita una visita come il Colosseo o la Galleria degli Uffizi.

Il consumo di caffè, naturalmente, non si limita alla mattina. Possiamo assaporare l’amara bevanda durante una pausa e soprattutto alla fine del pranzo. In questo caso, il caffè può essere macchiato o corretto (con un po’ di alcool, giusto per digerire…), ma è abominevole ordinare un cappuccino dopo pranzo e, meno che mai, dopo cena.

Sul soggetto caffè, come sull’argomento gastronomia in generale, noi italiani siamo molto integralisti e suscettibili. Siamo convinti che il nostro caffè sia il migliore al mondo. Gli altri paesi sono eretici.
Sicuramente esageriamo a lamentarci tanto del caffè straniero, ma bisogna dire che non ho mai sentito uno straniero lamentarsi del caffè italiano. L’unica osservazione che fanno, in genere, è che il caffè italiano è troppo forte. Ma questo per noi è un apprezzamento.